venerdi 26 Ottobre 2007
Prologo al convegno del giorno successivo con presentazione del sito archeologico del Monte Altare.
sabato 27 Ottobre 2007
ANTARES: Alle origini perdute della cultura occidentale
Il senso che ci spinge a costruire
in Convegno, che vorremmo definire archeologico in senso ampio, studiosi
di discipline diverse e di invitare quanti ne hanno interesse a
discutere sull’argomento, sta nella necessità ormai impellente di
studiare assieme l’ambiente culturale europeo e medio-orientale prima
della Grecia e di Roma, superando le difficoltà di spingere lo sguardo
così lontano e contribuendo a diradare la nebbia ideologica che ce lo
nasconde e ci impedisce di aprire una veduta panoramica euro-asiatica.
La circostanza catalizzante del
Convegno è costituita, come talora avviene, da un piccolo evento
accaduto nelle pieghe dell’anfiteatro collinare di Vittorio Veneto
(Treviso) e si può ‘ben’ dire, intendendo ben in scozzese per ‘cima’.
Qui sulla bicima del colle che oggi si chiama Monte Altare, è stato
scoperto un Santuario frequentato, nel millennio che porta all’anno
zero, da popolazioni prelatine di diverse stirpi. Il colle si chiamava
fino a qualche decennio fa, monte Antares, e faceva parte di quella
lunga catena di Santuari antichissimi fra Norico, Retico e Venetico, che
include ad esempio anche il vicino Santuario di Villa di Villa a
Cordignano e risale profondamente le valli alpine. La morfologia
naturale, che spesso in antico aveva una sua valenza sacrale, poteva
allargarne l’influenza anche verso meridione, contribuendo a collegare
anche montagna e pianura, forse fino al mare, attraverso l’antica e
vicina Oderzo.
La difficoltà di collocare storicamente e culturalmente questo strano
apax archeologico ci ha portato a mettere in discussione il
taglio di indagine storiografica e archeologica finora seguito, alcuni
luoghi comuni ed infine determinati totem della ricerca storica. Creando
altresì nuove, impreviste, difficoltà, ma aprendo anche stimolanti vie
alla ricerca interdisciplinare riconsiderata in un più organico divenire
ed ampliata nelle profondità della protostoria. Con il rischio di un
effetto teleobiettivo di schiacciamento temporale, ma anche con la
percezione di un universalismo la cui reductio archetipica bilancia e
riconfigura ogni identità culturale in un sistema di valori riunificante.
Ad esempio noi proponiamo di non
considerare confermata la teoria dell’esistenza di popoli indoeuropei
per spiegare quanto l’occidente europeo deve al medio-oriente sumero,
assiro-babilonese, iranico… Non considerando questa dunque una teoria ma
soltanto un’ideologia inveterata, o meglio niente altro che La
favola dell’indoeuropeo, come l’ebbe a definire Giovanni Semerano
nel suo ultimo libro.
Usiamo la parola ‘ideologia’ col significato di visione del mondo falsa:
come il tramonto abitua progressivamente al buio l’osservatore in una
stanza con la finestra aperta così il passare del tempo altera
normalmente la percezione del vero. Ci sembra necessario ‘Convenire’ per
incenerirla con un regolare processo dialettico onde annullarne il peso
che ancora grava sulla ricerca e sulla conoscenza storica ed
archeologica.
Hanno dato finora la loro adesione studiosi noti fra i quali:
Giuseppe BRUNO
Presidente I.RI.S.Istituto Ricerche Socioterritoriali, socio Cesmap,
socio SIA
La rosa camuna come traccia
della grafica del mondo orientale passato in occidente
Giovanni CASELLI
(Fellow of the Royal Anthropological Institute of Great Britain,1972)
Quello che l'Occidente ha preso dall'Oriente, cioè quasi tutto
Carlo FORIN
Gruppo Archeologico del Cenedese
Teonomasiologia antica fra Oriente e Occidente
Adriano GASPANI
(I.N.A.F. Istituto Nazionale di Astrofisica; S.I.A. Societa' Italiana di
Archeoastronomia; Osservatorio Astronomico di Brera, Milano)
La misurazione del tempo nel mondo antico fino ai Celti….
Attilio MASTROCINQUE
I Santuari prelatini del Veneto orientale
Micol PERFIGLI
(Università di Siena)
Indigitamenta, il culto dei nomi degli Dei in Roma antica
Dario SEGLIE
(IFRAO-UNESCO Liaison Officer)
La conservazione della memoria contenuta nell’arte rupestre
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