Esempio classico di fortificazione di pianura è
il castello o borgo fortificato di Portobuffolè sul fiume Livenza che ha
probabilmente origine nel III secolo dopo Cristo. Viene nominato
sicuramente in una bolla del 908 nella quale l'imperatore Berengario lo
concede in feudo al Vescovo di Ceneda. Nel XIV secolo passa dai Da
Camino agli Scaligeri, ai Carraresi fino a Leopoldo D'Austria (1384) per
finire alla Repubblica di Venezia (1512).
Interessante è notare come la struttura fortificata si sia ben
inserita nel territorio rispettando quello che la natura poteva offrire.
La porta
d'ingresso |
Il ponte sul Livenza |
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La presenza della Livenza ha consentito infatti, sfruttando
l'acqua del fiume con una deviazione del suo corso, di formare un
fossato anulare pieno d'acqua corrente.
La lontananza delle montagne e quindi delle cave di materiale
lapideo ha invece imposto l'uso del mattone nella costruzione delle
mura. Tipologicamente la struttura si diversifica in maniera tangibile
da quelle fino ad ora elencate. Infatti si notano due porte d'accesso,
una ad Ovest ed una ad Est, quasi secondo l'andamento cardinale del
decumano romano.
L'accesso era difeso da ponti levatoi e le mura, come il mastio o
dongione, sono sensibilmente più alte rispetto a quelle delle
fortificazioni d'altura.
La cortina muraria costituiva un valido rifugio per le abitazioni
e alcune di queste, come la cosiddetta casa di Gaia Da Camino, ben
rappresentano quello che doveva essere la tipologia edilizia di
un'abitazione signorile d'epoca medioevale. Vari affreschi all'interno
della stessa, databili tra i secoli XIII e XVI, raffigurano il borgo
fluviale in quel periodo.
Ricordo che il nome stesso indica come il
fiume fosse navigabile e che il borgo era un'importante stazione
portuale
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Una via
interna |
Antichi
affreschi nella casa di Gaia Da Camino |
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