La rocca di Ceneda: una delle piu’ importanti e fortificate piazzeforti dell’italia del nord.

La rocca di Ceneda: una delle piu’ importanti e fortificate piazzeforti dell’italia del nord.

Rocca di Ceneda Rocca di Ceneda Rocca di Ceneda
 

LA ROCCA DI CENEDA di Antonio Salvador

 
Si colloca sulla cima piu’ alta del colle di S. Paolo a Ceneda conosciuta anche come Castrum S. Elia e’ di probabile origine paleoventa. Le cronache del VI secolo la citano come una delle piu’ importanti e fortificate piazzeforti dell’italia del nord.
con molta probabilita’ fu anche residenza dei duchi longobardi del ducato di Ceneda.
Rocca di Ceneda
L'immagine, anche se circoscritta al solo settore occidentale della cima del colle di S. Paolo, può senz'altro offrire l'idea di come poteva presentarsi la Rocca di Ceneda nel XIII° secolo, partendo dal presupposto che tutto il colle era circondato da castelli e mura di cinta.

Theneda in greco, Hèneta in slavo, Kenet in celtico (il termine celtico Kenet potrebbe significare bellezza, sorriso), Ceneta, Cenesta, Cenetam nel mondo latino e Zen E Da ( vicino alla festa ) ancora prima nel mondo linguistico dei Sumeri. Questi erano i nomi con i quali veniva indicata la città di Ceneda, perchè di città indipendente fino al 1866 si trattava.

Numerosi ritrovamenti archeologici provenienti da varie necropoli assicurano la presenza dei Romani. Alcune sepolture con corredi, seppur poveri, sulle pendici del colle di S. Paolo, databili al V° -VI° sec. ci confermano l'abitanza di popolazioni gote e longobarde, ma recentemente ritrovamenti di grande interesse hanno confermato anche la presenza di popolazioni celtiche e paleovente portandoci indietro nel tempo fino al 2° - 3° sec avanti Cristo. Ci troviamo di fronte quindi ad una sedimentazione storica non indifferente, anche in considerazione del fatto che sono stati ritrovati abbondanti reperti sia del periodo Mesolitico che Neolitico.

Rocca di Ceneda
Pomponio Amalteo (1505-1588). Traslazione del corpo di San Tiziano da Oderzo a Ceneda. Il dipinto, che assieme ad altre quattro scene, ornava il parapetto dell’organo della Cattedrale, fu eseguito nel 1533. Ora si trova al Museo Diocesano. Nel quadro, sullo sfondo, domina il possente sistema fortificato della Rocca.
Alla caduta dell'impero romano le invasioni “barbariche” portano distruzione e morte, le città sono i fantasmi di loro stesse , le campagne abbandonate , le foreste e le paludi avanzano, pestilenze, carestie e guerre portano la popolazione ai minimi storici. Le costruzioni subirono una battuta d'arresto e la pietra ed il mattone lasciarono il posto al legname.
Così le prime fortificazioni  medievali venivano costruite usando il legno che si poteva trovare in abbondanza e non offriva particolari difficoltà di lavorazione.
Solo nei secoli VIII-IX, dopo lo stanziamento  dei Longobardi e l'arrivo dei Franchi si ricominciò gradatamente a recuperare il materiale litico, per avere il massimo della ripresa sotto gli Ottoni, X° sec, fino all'epoca dei Comuni e all'arrivo della Repubblica di Venezia.
Rocca di Ceneda
Giovanni De Min (1786-1859) nel dipingere la disfatta del Caminese di sopra, Guecello VI, ci ha lasciato una ricostruzione ottocentesca dell’aspetto dei colli turriti. L’affresco, eseguito nel 1845, orna la parete principale dell’Aula della Loggia municipale di Ceneda, ora Museo della Battaglia.
Risulta quindi oltremodo difficile ricostruire l'aspetto di una fortificazione dei primi secoli del Medievo, vista la deperibilità del materiale usato. La pietra inizialmente venne usata per costruire la torre centrale o mastio, mentre per il recinto si usò ancora per molto tempo la palizzata in legno, coaudiuvata da altri deterrenti passivi quali fossati, spinade, bocche di lupo, ecc. oltre che dalla scelta del sito, solitamente sulla cima di un colle.
La ricostruzione della rocca di Ceneda, intesa come ultimo
baluardo difensivo dell'intera città fortificata, proposta in questa pagina, si basa su scarni documenti: descrizioni riportate nelle varie “storie di Ceneda”, alcuni dipinti del XVI° sec , un paio si stampe del XVIII sec.,

un affresco del XIX° sec, qualche foto d'epoca che però poco differiscono  dalla situazione attuale.
Lo storico greco Agathias, già nel VI° sec, indicava Theneda come una delle piazzeforti più guarnite dell'intero arco alpino.